Targhe dei veicoli sbiadite o rovinate, un problema comune. Soprattutto nelle grandi città, è facile incontrare vetture o motocicli con una certa anzianità di servizio contrassegnate da targhe ormai malridotte. Acciaccate per incidenti, rovinate da episodi imprevisti o, molto più frequentemente, scolorite o segnate dal tempo. In particolare se rientranti in alcuni lotti, come ad esempio quello finale della prima lettera C, con evidenti difetti di fabbricazione.
Le situazioni più ricorrenti sono quelle di targhe con le cifre in nero e le lettere sbiadite. Ma ci sono anche casi con la parte bianca ormai screpolata o non più rifrangente. Cosa fare?
Il vecchio pennarellone nero? Meglio di no.
In caso di numeri sbiaditi, una delle soluzioni più adottate in genere dagli automobilisti ignari è quella di ripassare i numeri con un pennarello nero indelebile. Tale pratica è tuttavia da sconsigliare fortemente. Le targhe attualmente in circolazione sono state prodotte, infatti, con delle vernici rifrangenti specifiche. Tali vernici sono approvate dal Ministero e dovrebbero garantire visibilità della targa in qualsiasi situazione di luce. Vien da se che l’inchiostro del pennarello indelebile non è dello stesso tipo e, di fatto, non conforme alla normativa. Anzi, potrebbe addirittura comportare il reato di contraffazione, punito ovviamente penalmente.
L’art. 100 cds
È l’art. 100 del codice della strada a fornire, seppur vagamente, una risposta negativa alla soluzione fai da te. In particolare il comma 5:
5. Le targhe indicate ai commi 1, 2, 3 e 4 devono avere caratteristiche rifrangenti.
E soprattutto i comme 13, 14 e 15, che richiamano anche il 5:
13. Chiunque viola le disposizioni dei commi 5 e 10 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 25 ad euro 99. (4)
14. Chiunque falsifica, manomette o altera targhe automobilistiche ovvero usa targhe manomesse, falsificate o alterate è punito ai sensi del codice penale.
15. Dalle violazioni di cui ai commi precedenti deriva la sanzione amministrativa accessoria del ritiro della targa non rispondente ai requisiti indicati. Alle violazioni di cui al commi 11 e 12 consegue la sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo o, in caso di reiterazione delle violazioni, la sanzione accessoria della confisca amministrativa del veicolo. La durata del fermo amministrativo è di tre mesi, salvo nei casi in cui tale sanzione accessoria è applicata a seguito del ritiro della targa. Si osservano le norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI. (4) (6)
Come si può ben notare i commi 13 e 14 vietano letteralmente di alterare le targhe in qualsiasi modo e senza eccezione. Allo stesso tempo la rifrangenza della targa è condizione essenziale della regolarità della stessa.
Come risolvere il problema delle targhe dei veicoli sbiadite o rovinate?
Non ritoccare la targa non significa necessariamente aver risolto il problema. Avere targhe dei veicoli sbiadite o rovinate comporta che non siano leggibili o rifrangenti e quindi regolari. Purtroppo la soluzione non è facile: al contrario di paesi come la Francia, dove la targa può essere stampata anche da tabaccai e centri commerciali, in Italia la procedura è decisamente più complicata.
Va innanzitutto detto che non è possibile richiedere un duplicato a prescindere della propria targa ed in caso di smarrimento e furto, ad esempio, è prevista una nuova (onerosa) immatricolazione. La sostituzione (sempre molto onerosa) è prevista in caso di targa rotta, abrasa o rovinata da urti.
La circolare ministeriale del 2002 (Prot. MOT6/ 1098/60G1)
Il caso delle targhe uscite in corrispondenza delle lettere CS – CV fu talmente eclatante che il Ministero dovette intervenire. La circolare ministeriale prevedeva la possibilità per i proprietari con targhe dei veicoli sbiadite o rovinate non a causa di urti o sinistri, ma per autodeterioramento, di richiedere la sostituzione gratuita delle stesse. Questo il testo:
In merito al verificarsi di casi di deterioramento di targhe di immatricolazione, si fa presente che, alla fine di attivare la procedura prevista dalla convenzione stipulata tra il Provveditorato Generale dello Stato e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per la produzione delle targhe dei veicoli a motore, gli Uffici della Motorizzazione dovranno provvedere al ritiro delle targhe deteriorate ed al loro invio, unitamente alle proprie valutazioni, al Provveditorato Generale dello Stato, servizio Ispettivo Carte Valori, presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, via Leone XIII, 333 71100 FOGGIA.
Qualora, a seguito di apposita verifica sulle targhe deteriorate, fossero accertati vizi, difetti, errori del processo di fabbricazione o dei materiali impiegati il Poligrafo dello Stato provvederà alla sostituzione di ciascuna targa riconosciuta difettosa con una nuova recante la medesima numerazione, senza alcun onere a carico dei proprietari dei veicoli.
A questi ultimi, nelle more, l’Ufficio Motorizzazione competente rilascerà un autorizzazione a munire il veicolo di un pannello a fondo bianco riportante le indicazioni di cui all’art. 102, comma 3 del C.d.S.
Una difficile attuazione
Quanto previsto dalla circolare riportata non è di agevole attuazione. L’attuale iter burocratico appare veramente oneroso in termini di tempo e di impedimenti per l’automobilista. Lo stesso deve infatti recarsi in motorizzazione, presentare una domanda e lasciare le targhe. Per un periodo relativamente lungo (in genere non meno di uno o due mesi), nel quale verrà effettuata una perizia, dovrà circolare con delle targhe provvisorie in cartone rilasciate sempre dalla motorizzazione. Per poi a volte vedersi negata la sostituzione gratuita e dover pagare comunque la pratica.
Non è peraltro chiaro ancora oggi se tale circolare fosse limitata esclusivamente al lotto di targhe dei veicoli sbiadite o rovinate che avevano portato alla sua emanazione. In altre parole se tale disposizione sia anche estendibile a targhe difettose rilasciate successivamente.
Il risultato è che questa richiesta, purtroppo l’unica soluzione alternativa alla nuova immatricolazione, spesso trova forti resistenze.
Buona fortuna in caso di targhe deteriorate o sbiadite e soprattutto… non ritoccate col pennarello!!
Adesivi
Una nota finale. È ricorrente vedere, specie in città, città e motocicli con adesivi sulle targhe, spesso di squadre di calcio o brand alla moda. Con ogni buona probabilità, nessuno verrà mai a chiedervi conto di un adesivo. Ma di fatto è stato messo in discussione che possa anch’esso costituire un’alterazione della targa. E se in città spesso è tollerato di tutto, nelle piccole realtà i controlli sono spesso pignoli. Quindi, è sempre e comunque meglio evitare di toccare le targhe in alcun modo.
A maggior ragione, se avete attaccato un adesivo nella parte blu riservata alla provincia di un luogo che non è quello di immatricolazione..