“Cane che abbaia non morde”, recita un noto proverbio, ma quanti problemi crea nei rapporti tra vicini e in condominio!
Un po’ per moda, un po’ perché avere un cane regala comunque soddisfazioni e momenti piacevoli, sempre più case ospitano animali domestici e soprattutto cani. Non tutti però amano il “migliore amico dell’uomo” ed in particolare il latrato degli stessi. Non a caso i cani sono tra le principali cause degli attriti condominiali e dei diverbi tra vicini. Sia un padrone troppo permissivo che un vicino poco tollerante possono portare a liti furiose e al deterioramento dei rapporti. Cosa fare in entrambi i casi?
Gli animali nel diritto italiano e la loro incerta e difficile collocazione
Bisogna chiedersi innanzitutto se gli animali abbiano o meno dei diritti. Fino a poco tempo fa la risposta di qualsiasi giurista sarebbe stata negativa: per l’ordinamento italiano gli animali erano dei meri beni, che possono infatti essere tranquillamente alienati o acquistati. La sempre più stringente normativa comunitaria e nazionale, sulla giusta spinta del movimento animalista, ha portato ad una situazione peculiare e a dibattiti di natura etica, giuridica e filosofica particolarmente interessanti. Il filosofo Scruton ad esempio ha svolto interessanti studi nel suo libro “Gli Animali hanno diritti?” arrivando di fatto a negare la titolarità di diritti. Anche la legge sul maltrattamento degli animali non deriverebbe da un loro diritto a non essere maltrattati, ma ad un diritto dell’uomo a non offendere la nostra sensibilità nel vedere l’animale seviziato o torturato. Non mancano pareri discordanti chiaramente.
Giurisprudenza oscillante?
L’impostazione che nega diritti in capo agli animali sembrerebbe essere smentita da alcune pronunce giurisprudenziali italiane. Da diversi anni, specie rilanciate da blog e siti con simpatie animaliste, vengono proposte a più riprese alcune sentenze che avrebbero affermato il “diritto esistenziale” del cane di abbaiare. I riferimenti sono in genere una sentenza del Tribunale di Lanciano, una del Giudice di Pace di Rovereto ed un’altra di quello di Messina, raramente riportate per intero. Tralasciando l’impostazione formale e giuridica della questione, a livello sostanziale i giudicanti non hanno in realtà detto nulla di nuovo. Ovvero che il cane che abbaia non è nulla di anomalo. È nella sua natura che possa e debba abbaiare, costituendo anzi maltrattamento costringerlo al silenzio forzato. Questo però non significa che possa o debba farlo continuamente e a qualsiasi ora!
Se ad abbaiare è il cane del vicino..
In realtà, a ben vedere, vi sono numerose sentenze dei vari Giudici di Pace che condannano il padrone del cane che abbaia, specie se non rispettoso delle ore di riposo. Un cane che abbaia e arreca disturbo al vicinato può comportare risvolti sia penali che civili. Il reato di disturbo del riposo delle persone si verifica però soltanto se il latrato di uno o più cani è talmente insopportabile da arrecare disagio ad una moltitudine di persone e non solo ai vicini diretti. Nel caso contrario sarà prefigurabile solo una responsabilità civile del proprietario dell’animale.
In che caso il latrato del cane può arrecare un effettivo danno al vicino? Innanzitutto quando, oltre ogni soglia di tollerabilità, non permette un congruo riposo al vicino. Questo avviene nelle ore destinate al riposo dal regolamento urbano. In altre parole, se il cane abbaia tutta la notte ed abitudinariamente, scatta la responsabilità civile. Va detto che l’azione, atta ad ottenere la cessazione delle emissioni sonore e l’eventuale risarcimento del danno, il più delle volte non è delle più sicure. I rapporti tra vicinato sono competenza del Giudice di Pace e questi giudizi in genere vengono decisi da prove testimoniali.
E se invece ad “abbaiare” è il vicino per il vostro cane..
Anche la situazione inversa non è piacevole. Non è affatto infrequente avere dei vicini piuttosto maldisposti verso cani ed animali domestici. In genere sono pronti a rimarcare ogni singolo latrato del vostro cane. In questi casi, se siete sicuri di avere un animale ben educato e che non arreca fastidio oltre la soglia di tollerabilità, respingete sempre ogni tipo di accusa. Ricordate inoltre che ogni interferenza, come lanciare oggetti, cibo o acqua all’animale comporta sempre maltrattamento, quindi diffidate vicini particolarmente facinorosi o inclini a questo genere di condotte.
Respingete altresì ogni divieto sulla detenzione dei vostri animali. La nuova riforma del Condominio del 2013 ha stabilito infatti, ricalcando varie pronunce giurisprudenziali precedenti, che il regolamento non può vietare la detenzione di animali da compagnia. Ogni delibera assembleare o norma regolamentare in tal senso è nulla perché “contra legem”.
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